Il peperoncino è un frutto noto per contenere capsaicina, la sostanza che gli conferisce il suo sapore piccante e speziato. La sua intensità varia in base all’unità di Scoville. Il Carolina Reaper è il più forte al mondo, mentre i peperoncini dolci sono alla base della scala e si consumano con più tranquillità.
In cucina, la piccantezza esalta il sapore di molti piatti, dalla pasta alla carne, fino al pesce (soprattutto i crostacei). Recentemente, anche i dolci al cioccolato piccanti sono diventati una prelibatezza per gli appassionati. Il peperoncino in polvere è reperibile in tutti i supermercati.
Ma come coltivare i peperoncini in casa? Che si abbia un giardino o un balcone, basta scegliere dei vasi per avere la spezia più piccante a portata di mano: occorre solo scegliere la varietà, considerando che alcune richiedono l’uso di guanti. Possono infatti irritare la pelle se toccati a mani nude.
Il periodo per seminare
Il periodo di semina varia in base al tipo di peperoncino; le varietà che richiedono temperature elevate potrebbero necessitare di un ambiente artificiale. In generale, i mesi ideali sono tra gennaio e aprile, per favorire la crescita in primavera o estate.
La maturazione dai semi può essere lunga, quindi un habanero o un peperoncino calabrese seminati a primavera inoltrata potrebbero non maturare prima dell’inverno. Seminando all’inizio dell’anno, si hanno maggiori possibilità di raccogliere i peperoncini per l’estate.
Le growbox possono ospitare i vasi con i semi finché la temperatura esterna non è adatta al trapianto. In casa, con questa soluzione, si raggiungono facilmente i 15 gradi necessari. Bisogna fare attenzione allo spazio nel vaso in relazione alla quantità di semi.
Tenere conto della fase lunare e non solo
La luna crescente è ideale per seminare i peperoncini: secondo la tradizione, lo sviluppo delle piante è migliore in questo periodo. Che sia gennaio o marzo, il calendario lunare suggerisce la luna crescente, ma non è una regola assoluta.
Se la coltivazione è al chiuso, la fase lunare non influisce sui peperoncini, il che è utile in inverno, quando le temperature notturne sono basse. È meglio concentrarsi sulla temperatura ambientale.
In casa è più facile mantenere la temperatura sopra i 15 gradi, ideale anche dopo la germinazione. Solo nelle zone con estati o primavere calde si può pensare di spostare le piante all’esterno.
Acqua, aria e luce
Esistono strumenti tecnologici per controllare l’umidità del terreno e dei germogli, ma bisogna considerare il tipo di peperoncino coltivato per adattare le cure. Le varietà sono diverse e non si può generalizzare, ma si può usare un nebulizzatore d’acqua.
L’umidità del terreno deve essere bilanciata con la ventilazione per evitare la formazione di muffe. Uno strato di perlite sul fondo dei vasi favorisce il drenaggio, prevenendo i ristagni. Il terreno sarà umido ma non farà marcire le piante, soprattutto se il calore è adeguato.
I semi si interrano a circa un centimetro di profondità. Se si usano piccoli vasi, si possono immergere in acqua per farla risalire per capillarità. Il livello dell’acqua deve fermarsi a metà del contenitore.
Come aiutare la crescita dei peperoncini
Esistono vari concimi adatti alla crescita del peperoncino, specifici per la varietà seminata, dallo stallatico pellettato alla fertirrigazione con macerato di ortica. Per una coltivazione biologica, è meglio usare sostanze naturali. Non bisogna esagerare con il concime.
Piante infestanti e insetti nocivi possono comparire durante la crescita. Le infestanti vanno eliminate per non soffocare le piantine; per gli insetti, esistono prodotti eco-compatibili. Il caolino (farina di roccia) protegge le piante dal sole in estate.